Segue in Italiano.
Many culinary traditions are linked to religious events. Probably because ‘Holy Days” were days off. Days when people could gather together and celebrate with their families and friends. Something special needed to be done so the traditions started. Or in some cases dishes prepared for the event were and are inspired by legends and stories of the protagonists.
On the 19th of March is Father day in Italy. In Naples the tradition wants that one of the unmissible dessert on the table must be the Zeppole di San Giuseppe. That’s how the Neapolitan call fried or baked bigne dough covered with cream. “Di San Giuseppe” because on the same day it happen to be Saint Joseph day, Jesus father. According to the Catholic’s tradition, Josef set up a little stall selling simple fried donuts to the community in order to round up the daily family budget; Such a lovely story for a dessert that became a staple of Naples culinary heritage.
Giuseppe it’s also my name. As kid at this time of the year my excitement was high. On the 18th of March was the time to make Zeppole with mum. It was one of the few days that I would run from school to home without breaks. Eat fast and be ready for action.
We used to make them the day before for few reasons. Primarily the quantity, being my name day I had to celebrate with friends and relatives. Celebration would have started at school with my schoolmates and the teachers. So I would have proudly carried 30 of them early in the morning at school. People looking at me form the balcony with a big covered tray would have understood what was inside. Knowing that I was going to school to celebrate my name day. Auguri! They used to shout at me, filling my face with a smile. Bringing Zeppole at school was a must. Without Zeppole the teacher wouldn’t justify my undone homework.
After school at least double of the previous quantity was for us, where us means a community. I remember that relatives and neighbours were flocking at home to eat our Zeppole. Everyone was making them actually and bring some to others. I recall my mum and I sitting at the table after the celebrations trying to guess the makers of the Zeppole according to the shape, size and taste. Maria was making them smaller and the cream was a bit heavy, Zia Gianna a bit sweeter since her husband Zio Gigginiello loves sugar. Zia Rosa was not up to the challenge and preferred to be in the jury rather than the contestants. Some other were coming from my sister’s beauty shop clients. Baked or fried was always a pleasure to receive them. Our home was busy in the 19th and our Zeppole were reserved and going fast, always a good sign.
Making Zeppole with Mum stays and will stay within myself forever. The feeling of reaching the next step every year is still very vivid. As small kid I was only allowed to hold the electric mixer, lick the bowls and place the “Amarena” on the cream at the end. With time passing by I was able to be more involved in the process. It is like looking at myself growing according to the process I was able to handle and the responsibility given to me by my Mum.
I’ve been doing this dessert many times in the last years in all the places where I’ve been living. Last year due to the lock down I’ve made a live stream and as been the very first time that I brought them home. She ate them, looked at me and smiled, as if she recognised her recipe. They were good! This year I’m not at home making them for her. I am sure someone will give her some.
Below there is the video of the live stream made last year here the list of the ingredients. Gather with someone if you can and make some more for your family and friends that will be grateful. Buon San Giuseppe a tutti!
Impasto/Dough:
– 150 gr of flours/farina
– 150 ml water/acqua
– 100 gr butter/burro
– 3 medium eggs/uova
– A pinch of salt/ un pizzico di sale
Crema/Cream:
– 2 tablespoons of flour/ cucchiai di farina
– 4 tablespoons of sugar/ cucchiai di zucchero
– 250 ml fat milk/latte intero
– 3 medium eggs/uova
– 1 no treated lemon/limone non trattato
– Syrup cherry/amarene sciroppate
– Icing sugar/zucchero a velo
What you need / Cosa ti serve:
– Few bowls medium size / Ciotole di media dimensioni
– A pot, the one you can cook pasta / Una pentola, non troppo troppo larga
– Piping Bag/ Sac a poche
– Few spoons, wisk or a fork / Cucchiai, frusta o forchetta
– Scale or anything that allows you to weight the ingredients. Like a scaled jar. / Bilancia o qualsiasi altra cosa che ti permetta di misurare gli ingredienti
– Baking paper / Carta da forno
– Clean foils / Pellicola trasparente
– 1 l of seeds oil / 1 l di olio di semi
Zeppole di San Giuseppe, la ricetta di mia mamma.
Molte tradizioni culinarie sono legate a eventi religiosi. Probabilmente perché i “giorni sacri” erano giorni di riposo. Giorni in cui le persone potevano riunirsi e festeggiare con le loro famiglie e amici. Bisognava fare qualcosa di speciale e cosi le tradizioni hanno inizio. Oppure in alcuni casi i piatti preparati per l’evento sono ispirati a leggende e storie dei protagonisti.
Il 19 marzo è la festa del papà in Italia. A Napoli la tradizione vuole che uno dei dolci immancabili in tavola siano proprio le Zeppole di San Giuseppe. È così che i Napoletani chiamano una pasta bigne fritta o al forno ricoperte di crema. “Di San Giuseppe” perché nello stesso giorno e dedicato a San Giuseppe. Secondo la tradizione cattolica, Giuseppe allestì una piccola bancarella dove vendeva semplici ciambelle fritte alla comunità per arrotondare il budget giornaliero; Una storia bellissima per un dolce che è diventato un punto fermo del patrimonio culinario di Napoli.
Giuseppe è anche il mio nome. Da bambino in questo periodo dell’anno la mia eccitazione era al massimo. Il 18 Marzo era il giorno in cui si facevano le Zeppole con mamma. Era uno dei pochi giorni in cui correvo da scuola a casa senza soste. Mangiavo velocemente per essere pronto all’azione.
Le facevamo il giorno prima innanzitutto per la quantità. Essendo il mio onomastico si doveva festeggiare con amici e parenti. Le celebrazioni iniziavano a scuola con amici e insegnanti. Quindi dovevo portare 30 zeppole di buon mattino a scuola. Le persone che mi vedevano dai balconi con un grande vassoio coperto capivano subito il contenuto, la motivazione e dove stavo andando. Era il mio onomastico. Auguri! Mi urlavano, mettendomi in faccia un sorriso. Portare Zeppole a scuola era d’obbligo. Senza Zeppole l’insegnante non mi avrebbe giustificato per I compiti non fatti.
Dopo la scuola almeno il doppio della quantità precedente era per noi, dove noi significa una comunità. Ricordo che parenti e vicini di casa si affollavano a casa per mangiare le nostre Zeppole. Ognuno le faceva e ne portava alcune. Ricordo io e mia madre seduti a tavola dopo i festeggiamenti provando a indovinare chi le aveva fatte in base alla forma, le dimensioni e al gusto. Maria le faceva piu’ piccole e con la crema un po ‘pesante, Zia Gianna un po’ più dolci dato che suo marito, Zio Gigginiello, ama lo zucchero. Zia Rosa non si cimentava preferendo di essere in giuria piuttosto che tra i concorrenti. Altri provenivano dalle clienti del salone di bellezza di mia sorella. Al forno o fritte era sempre un piacere riceverle. Casa nostra si riempiva il 19, mia cugina le prenotava, se ne andavano velocemente. Buon segno.
Fare Zeppole con mamma rimane e rimarrà dentro di me per sempre. La sensazione di fare il passo successivo ogni anno è ancora molto viva. Da bambino mi era concesso solo di tenere in mano la frusta elettrica, leccare le ciotole e adagiare alla fine l’amarena sulla crema. Con il passare del tempo il mio coinvolgimento nel processo e divenuto sempre piu’ intenso. Ricordando i vari anni, e’ come guardarmi crescere a secondo dei compiti che riuscivo a gestire e le responsabilità che mia mamma mi dava.
Ho fatto le Zeppole di San Giuseppe molte volte negli ultimi anni in tutti I luoghi in cui ho vissuto. L’anno scorso a causa del lockdown ne ho fatte alcune in diretta live. E’ stata la prima volta che le ho portate a casa. Mia mamma le mangiò mi guardò e sorrise, come se riconoscesse la sua ricetta. Erano buone!
Quest’anno non sono a casa a farle per lei. Sono sicuro che qualcuno gliene darà un po ‘.
Sopra il video della diretta realizzata lo scorso anno e la lista degli ingredienti. Invita qualcuno, se puoi, e fanne un po’ di piu’ da dare alla tua famiglia e i tuoi amici. Te ne saranno grati!
Buon San Giuseppe a tutti!
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