Cooking in Ho Chi Minh City at Lua’s Kitchen

Lua'd in her kithcen

Segue in Italiano.
On a constant mission try local and authentic food, while I was in Saigon in Vietnam I got in touch with Lua from Lua’s kitchen. The contact was made by Cookly. A food experience booking platform that I’m collaborating with since a few years now. I am working mainly on the Italian market. However when I am out of Italy I go and check food experience they have or they want to have on the platform. I call them missions where most of the time involves me cooking and eating local homemade food.

Before going to Vietnam I’ve done a couple of “missions” in Thailand here a link. I am not new to the Saigon cooking school scene also a few years ago I was visiting another school and here what happened 1 2 3.

Said that. It was time to visit a new school in the southern city of Vietnam called Ho Chi Minh City or Saigon.  After a quick exchange of messages Lua invited me for one of her class. Since I’ve a bit of experience now, I know that if a cooking class is on the way breakfast have to be light.  Which is not an easy task in a city where at every corner there is someone making food and the Banh mi stalls are constantly under your sight.

After my coffee I jumped on my motorbike and I reached Lua’s home. The cooking session would have taken place on the ground floor of a shop house. the atmosphere was very “homie” as per the food prepared. With me there was a friendly Korean family joining the class that day. Beside information about what we were cooking and eating after; Lua was telling me that the choice of running a cooking class business came almost by accident. She was involved in a completely different business and at one point while traveling made a cooking class session for her friends. They loved it, she loved it so a new cooking school was born. I love hearing story of this kind, as I often say when people enter the food business driven by passion are in many cases more attentive to products and recipes. With all the respect for chef trained professional, people that I admire a lot. However sometimes as per any other profession it becomes just a job. Lua’s was sharing with us her family recipes and stories with a sincere passion. On the menu that day we had: Chå Giò, Bò Kho and Chè Chuõi. In English: Fried rolls, Vietnamese beef stew and banana pudding. Not a bad lunch ahead.

We started or preparations for the rolls. The stuffing was made of meat, noodles, tofu, mushroom and much more. South East Asian food is very rich in ingredients and balance is what you’re looking for. As an Italian, every time I look at recipes coming from this area of the world, I always think that maybe there was a mistake. But then, tasting the final dish I recognize that this richness is just part of a culinary heritage so different from the one I am used to. After the stuffing was time for rolling, Lua bought for us different kind of rice paper that would give different textures to the rolls. We had a the traditional “flat” paper but also more fancy one that would give and extra crunch to our final result. All of them produced with different ingredients and techniques.  After she made sure that we understood how to roll a proper Chå Giò, our turn came and to be honest even if I’ve been doing it a few times; I still struggle in the beginning, then after a couple of rolls the magic happen again.

While our rolls were piling up Lua was starting to show us the preparation of the Bò Kho, the beef stew. Here again many ingredients had to be balanced; A balance that you can reach only with practise and getting confident with local ingredients and cooking techniques. While the stew was cooking we made also the banana pudding. So our hands-on session was done.  It was time for the “in-mouth” session. We started with the rolls. Despite how they are served all over the world, the authentic, local way of eating them is to wrap the rolls in a salad leaf, adding some herbs of your taste and finally dipping them in the typical Vietnamese sweet and sour sauce. This method gives to the roll a final freshness that is missed when eaten in the majority of Vietnamese/Chinese restaurant all over the planet. The different texture of the rice papers was also playing a big role in terms of crunchiness. Overall they were very tasty.

Then after “fighting” a bit with the noodles in order to fit them in a bowl the Bò Kho, came to the table. It was soooo nice. While pouring the stew on the noodles the smell was already making me happy.  I had 2 bowls of it, it was rich in flavor and the herbs and noodles coming with it were making the already delicious stew even better. At the end I also had some of the stew with the bread; the local bread of course called Banh mi, which is light hollow and with a nice crunchy crust.

I was full from the stew but I had to try the pudding it was nice and creamy. I didn’t have much but enough to enjoy a sweet note at the end.

I am still in contact with Lua with short messages and I know now that she changed her location for a bigger, nicer apartment where she is now also renting rooms for travelers. You will find her classes on the Cookly website here and personally I can’t wait to go and check how she is doing in her new location.

#keepeating

Una lezione di cucina in Ho Chi Minh City alla Lua’s Kitchen

In una missione costante di provare cibo locale e autentico, mentre ero a Saigon in Vietnam sono entrato in contatto con Lua della Lua’s Kitchen. Cookly mi mise in contatto con lei. Cookly e’ una piattaforma di prenotazione di esperienze culinarie con cui collaboro ormai da qualche anno. Lavoro principalmente sul mercato italiano. Tuttavia quando sono fuori dall’Italia vado a provare l’esperienze culinarie che hanno o che vogliono avere sulla piattaforma. Le chiamo missioni dove la maggior parte delle volte quste occasioni mi convlgono cucinare e mangiare cibo locale fatto in casa.

Prima di andare in Vietnam feci un paio di “missioni” in Thailandia qui il link. Non sono nuovo nella scena culinaria Saigon anche qualche anno fa visitai una scuola. Qui quello che accadde 1 2 3.

Detto cio’. L’ora di visitare una nuova scuola nella città meridionale del Vietnam chiamata Ho Chi Minh City o Saigon arrivo’. Dopo un rapido scambio di messaggi, Lua mi invito’ ad una delle sue lezioni. Data l’esperienza, so che se è in arrivo un corso di cucina, la colazione deve essere leggera. Cosa non facile in una città dove ad ogni angolo c’è qualcuno che prepara da mangiare e le bancarelle di Banh Mi sono costantemente sotto gli occhi.

Dopo un caffè saltai in moto e raggiunsi la casa di Lua. La sessione di cucina si sarebbe svolta al piano terra di una “shop house’. Le tipiche case a piu’ piani locali dove molte volte al piano terra si trova il bussines della famiglia che la abita. L’atmosfera era molto “casalingha” come per il cibo preparato. Con me c’era una simpatica famiglia coreana. Oltre alle informazioni su cosa  dovevamo cucinare e mangiare successivamente; Lua mi diceva che la scelta di fare corsi di cucina è arrivata quasi per caso. Prima era coinvolta in un’attività completamente diversa e ad un certo punto durante un viaggio organizzo’ un corso di cucina per i suoi amici. Loro lo amarono, lei lo adoro’ e così è nata una nuova scuola di cucina. Adoro ascoltare storie di questo genere, come dico spesso; le persone che entrano nel mondo del food spinte dalla passione sono in molti casi più attente ai prodotti e alle ricette. Con tutto il rispetto per i professionisti, persone che ammiro molto. Tuttavia a volte come per qualsiasi altra professione diventa solo un lavoro. Mentre Lua’s condivideva con noi le sue ricette e storie di famiglia con una sincera passione. Il menu di quel giorno era: Chå Giò, Bò Kho e Chè Chuõi. Tradotto: involtini fritti, stufato di manzo vietnamita e budino alla banana. Non male! Pensai.

Iniziammo a preparare gli involtini. Il ripieno era di carne, noodles, tofu, funghi e molto altro. Il cibo del sud-est asiatico è molto ricco di ingredienti e l’equilibrio è quello a cui devi mirare. Da italiano, ogni volta che guardo ricette provenienti da questa zona del mondo, penso sempre che forse c’è stato un errore. Ma poi, assaggiando il piatto finale, riconosco che questa ricchezza è solo parte di un patrimonio culinario così diverso da quello a cui sono abituato. Dopo che il ripieno fu’ pronto, arrivo’ il momento di “arrotolarli”, Lua ha compro’ diversi tipi di carta di riso che avrebbero dato diverse consistenze agli involtini. Avevamo una carta tradizionale “piatta” ma anche più fantasiosa che avrebbe dato una croccantezza maggiore al nostro risultato finale. Tutte le carte erano prodotte con ingredienti e tecniche diverse. Dopo essersi assicurata che avessimo capito come arrotolare un vero Chå Giò, arrivo’ il nostro turno; ad essere onesto anche se l’ho fatto un paio di volte, faccio ancora fatica all’inizio, poi dopo un paio di tentativi la magia si ripete.

Mentre i nostri rotoli si accumulavano, Lua inizio’ a mostrarci la preparazione del Bò Kho, lo stifato di manzo. Anche in questo caso molti ingredienti dovevano essere equilibrati; Un equilibrio che si può raggiungere solo con la pratica e prendendo confidenza con ingredienti e tecniche di cottura locali. Mentre lo stufato cuoceva, preparammo anche il budino alla banana. Quindi la nostra sessione pratica giunse al termine. Arrivo quindi il momento di provare le nostre creazioni. Iniziammo con gli involtini. Nonostante il modo in cui vengono serviti in tutto il mondo, il modo autentico e locale di mangiarli è avvolgere gli involtini in una foglia di insalata, aggiungere qualche erba aromatica a piacere e infine intingerli nella tipica salsa agrodolce vietnamita. Questo metodo conferisce all’involtino una freschezza finale che viene a mancare quando viene consumato nella maggior parte dei ristoranti vietnamiti/cinesi di tutto il pianeta. Anche la diversa consistenza delle carte di riso giocava un ruolo importante in termini di croccantezza. Nel complesso erano molto gustosi.

Poi, dopo aver “combattuto” un po’ con i noodles per metterli in una ciotola, il Bò Kho, arrivo in tavola. Buonissimo. Mentre versavo lo spezzatino sui noodles il profumo mi rendeva gia’ felice. Me ne sono mangiate due, era ricco di sapore e le erbe aromatiche e I noodles che lo accompagnavalo rendevano ancor piu’ delizioso. Alla fine ho mangiato anche un po’ di stufato con il pane; il pane locale ovviamente, chiamato Banh mi, Un pane leggero, cavo, senza mollica e con una bella crosta croccante.

A qual punto ero pieno,  ma dovevo comunque provare il budino che fu’ buono e cremoso Non ne mangiai molto, ma abbastanza per godermi una nota dolce alla fine del pasto.

Sono ancora in contatto con Lua e so’ che ha cambiato casa, scegliendo questa volta un appartamento più grande e più carino dove ora affitta anche camere per viaggiatori. Troverai le sue lezioni sul sito web di Cookly qui. Personalmente non vedo l’ora di andare a vedere come se la cava nella sua nuova sede.

#keepeating

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